Gli occhi ricolmi di lacrime per un futuro che la spaventa. Paola Marioni, avvocata 59enne di Milano. Era il 20 luglio del 2017 quando un appuntamento di lavoro nel suo studio, non lontano dal tribunale, si trasforma in un agguato. Cinque fendenti, sferrati da uno sconosciuto, puntando dritto al cuore. Così impari per la prossima volta le urla un uomo mentre scappa. Lei riuscirà a salvarsi gridando aiuto. Oggi è viva per miracolo.
Una vita stravolta: divisa tra la paura e quella scorta a cui si è dovuta abituare, lei, specializzata in cause civili e contenziosi immobiliari. Una protezione che ora rischia di perdere. Si sfoga davanti al Tribunale di Milano dove si è data appuntamento con alcuni colleghi che la sostengono per chiedere che resti la protezione che le è stata assegnata. Ho paura- dice- il futuro mi spaventa, anche se sto provando a reagire. Sono persino tornata nel mio studio a lavorare, dove sono stata aggredita.
Nellinchiesta, in corso da cinque anni, un video diffuso dalla Squadra Mobile sembrava che avrebbe fornito la svolta. Si vede un uomo che cammina velocemente. La zona e lorario sono compatibili con laggressione. Si pensa a un testimone chiave o forse al presunto aggressore. Un dettaglio importante che però non dà il là allinchiesta. Le indagini si fermano e ora, dopo cinque anni da quel 20 luglio del 2017, il caso rischia di restare irrisolto.
Una vita stravolta: divisa tra la paura e quella scorta a cui si è dovuta abituare, lei, specializzata in cause civili e contenziosi immobiliari. Una protezione che ora rischia di perdere. Si sfoga davanti al Tribunale di Milano dove si è data appuntamento con alcuni colleghi che la sostengono per chiedere che resti la protezione che le è stata assegnata. Ho paura- dice- il futuro mi spaventa, anche se sto provando a reagire. Sono persino tornata nel mio studio a lavorare, dove sono stata aggredita.
Nellinchiesta, in corso da cinque anni, un video diffuso dalla Squadra Mobile sembrava che avrebbe fornito la svolta. Si vede un uomo che cammina velocemente. La zona e lorario sono compatibili con laggressione. Si pensa a un testimone chiave o forse al presunto aggressore. Un dettaglio importante che però non dà il là allinchiesta. Le indagini si fermano e ora, dopo cinque anni da quel 20 luglio del 2017, il caso rischia di restare irrisolto.