Pierangela, Ida, Giuseppina. Tutte donne, tre storie diverse. In comune una vita da pendolare e lo stesso destino, finito tra le lamiere del treno che si è schiantato a Pioltello. Vite vissute tutte a una manciata di chilometri, tra le province di Bergamo e Cremona. Pierangela Tadini, 51 anni, viveva in questo elegante quartiere a Misano Gera d’Adda. Viaggiava con la figlia Lucrezia: la ragazza si è salvata, lei è morta sotto gli occhi della figlia.
Ida Milanesi, 61 anni, dirigente medico all’ospedale Besta di Milano. Viveva a Caravaggio, sposata a un uomo anche lui medico, nefrologo all’ospedale di Treviglio. Una figlia, anche lei ha intrapreso la professione di medico. Sempre disponibile con tutti, amava il suo lavoro che divideva con il ristorante di famiglia. Chi la conosceva racconta che aveva scelto il treno perché la macchina la riteneva poco sicura. Per raccontare la storia di Giuseppina Pirri, la terza vittima, bisogna invece spostarsi a Capralba, piccolo paese tra le province di Bergamo e Cremona. 39 anni, ragioniera, lavorava a Sesto San Giovanni. L’ultimo saluto al telefono con la mamma, poi la sua vita si è interrotta tra le lamiere di quel maledetto treno.