di Nicoletta Cammarota
Leonardo Cazzaniga, accusato di una serie di morti sospette mentre era in servizio come anestesista e vice primario del pronto soccorso all’ospedale di Saronno, di nuovo in aula. Saluta dal tribunale di Busto Arsizio dove è imputato assieme a Laura Taroni, infermiera all’epoca dei fatti e sua ex amante. Appare sereno nonostante la lista dei morti a lui attribuita si sia allungata: agli otto pazienti che sarebbero deceduti in seguito al cosidetto “metodo Cazzaniga”, un trattamento farmacologico in sovradosaggio secondo l’accusa, se ne aggiungono ora altri due.
Due episodi nei quali il protocollo del medico, secondo i consulenti della procura di Busto, avrebbe anticipato il decesso dei ricoverati. Anziani, come gli altri, affetti da varie patologie, residenti nella zona di Saronno.
Un processo complesso, con decine e decine di cartelle cliniche da esaminare, casi compresi tra il 2008 e il 2010, arrivato alla requisitoria del pubblico ministero Maria Cristina Ria nei confronti di Laura Taroni. L’infermiera, che a differenza di Cazzaniga ha scelto il rito abbreviato, dovrà rispondere di concorso con l’ex amante di tre omicidi: quelli del marito Massimo Guerra, della madre Maria Rita Clerici e del suocero Luciano Guerra.
In aula, la figlia di quest’ultimo, nonché cognata della Taroni, ha seguito l’udienza. Gli occhi lucidi, non ha voluto rilasciare dichiarazioni davanti alle telecamere. E’ provata come ha commentato per lei il suo avvocato.