di Maria Emma Galbassini
La procura di Milano ha chiesto un nuovo rinvio a giudizio per il ginecologo Severino Antinori, già a processo per un presunto prelievo forzoso di ovuli ai danni di un’infermiera di origine marocchina presso la sua clinica Matris e per tentata estorsione ai danni di una coppia che si era rivolta a lui per una fecondazione assistita.
Questa volta l’accusa è di associazione a delinquere finalizzata al commercio illegale di ovociti destinati alla fecondazione eterologa. Il gup Alfonsa Ferraro ha fissato l’udienza preliminare per valutare la richiesta di processo per il prossimo 26 marzo. Stando alle indagini a carico di diciassette persone, tra cui molti collaboratori del ginecologo, i compensi per le donatrici di ovuli si aggiravano dai 1000 ai 5000 euro per operazione andata a buon fine. Intanto il prossimo 15 febbraio arriverà la sentenza sul presunto prelievo forzoso di ovuli all’ infermiera marocchina Hanae Messuak, i pm hanno chiesto per il ginecologo di fama internazionale una condanna a nove anni di reclusione.