Le condizioni di salute di Vito Clericò sono davvero compatibili con il carcere? Il 65enne di Garbagnate, indagato per il delitto di Marilena Re, è in grado di stare in giudizio?
E’ su questi interrogativi che verte la richiesta, da parte dei legali, di una nuova perizia psichica sul pensionato accusato di aver ucciso e in seguito nascosto il corpo della promoter di Castellanza. Per i legali le sue condizioni fisiche non sarebbero compatibili con il regime detentivo. Dall’11 settembre, giorno in cui è finito nel carcere di Busto Arsizio, ha perso oltre 13 chili. Non solo, ha fornito decine di versioni, passando da reo confesso a estraneo ai fatti, segno, dicono i difensori, della sua instabilità.
Ora, un’altra valutazione che porta il pensionato di Garbagnate a sperare ancora. Se concessa, per Clericò si tratterebbe della terza perizia psichiatrica. La prima era stata quella di parte, secondo la quale l’uomo andava trasferito in un ospedale. Richiesta poi respinta. La seconda, quella della Procura, che aveva al contrario valutato Clericò compatibile con la detenzione. Adesso, questa nuova terza consulenza. Intanto l’inchiesta si avvicina a un punto di svolta. Quello che potrebbe arrivare dall’esame dei coltelli. Lame ritrovate a casa di Vito Clericò. Erano nascoste sopra a un armadio in cucina. Spetterà al Ris di Parma stabilire se davvero uno queI coltelli possa essere servito ad uccidere e poi decapitare la promoter di Castellanza.