Sonia Caleffi. Abbiamo imparato a conoscerla come l’infermiera killer. La donna che nel dicembre del 2004 fu arrestata per aver ucciso cinque anziani. Le vittime erano tutte ricoverate tra gli ospedali di Lecco e Como. Lei, li aveva uccisi iniettando loro siringhe d’aria. Ci aveva provato con altri due ma le era andata male. Per quelle vite le fu inflitta una condanna a vent’anni. In carcere ci sarebbe dovuta restare fino al 2024 e invece a settembre di quest’anno, al più tardi a ottobre, uscirà. Uno sconto di pena pari a sei anni. I conti sono presto fatti: tre le sono stati abbonati grazie all’indulto del 2006.
Il resto è uno sconto legato al comportamento irreprensibile: un anno in meno, ogni quattro di buona condotta.
Quando è entrata in carcere, Sonia Caleffi aveva 34 anni il 21 luglio ne compirà 48. Chi le è stato accanto in questi anni assicura che è cambiata. Fisicamente ma anche mentalmente. Un percorso di recupero cominciato nel carcere Bassone di Como, proseguito all’ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle Stiviere, San Vittore a Milano e infine Bollate, dove è detenuta attualmente. In questi anni ha goduto di permessi premio, ha trovato un lavoro e persino l’amore. Si è sposata con un detenuto di San Vittore, da cui ha divorziato poco dopo. Come aveva fatto con le sue prime nozze, quando aveva solo 23 anni.
Dopo l’estate le porte del carcere si apriranno: cosa farà Sonia Caleffi non è ancora chiaro. Potrebbe però tornare a vivere a Tavernerio, nel comasco. A casa dei suoi, quella famiglia che in questi anni non l’ha mai lasciata sola.