MILANO – Vito Clerico’ era in grado di intendere e volere il giorno in cui uccise e decapitò Marilena Re? A stabilirlo sarà una perizia psichiatrica, lo ha deciso il Giudice nell’udienza preliminare del processo che – come richiesto dagli avvocati difensori dell’uomo – si svolgerà con il rito abbreviato condizionato appunto da una nuova valutazione della psiche di Clerico’.
Il presunto killer della promoter di Castellanza, nonostante il parere contrario della moglie, ha voluto partecipare all’udienza davanti al Gup del Tribunale di Milano Alessandra Simion. Pantaloni neri e una felpa, l’ex vicino di casa di Marilena Re è apparso ulteriormente dimagrito e visibilmente provato anche a causa della depressione di cui soffre all’interno del carcere di Busto Arsizio nel quale è rinchiuso dall’11 settembre scorso. Controllato a vista da tre agenti della polizia penitenziaria, ha atteso in silenzio l’inizio dell’udienza seduto su una panchina.
Ma non è tutto perché il pubblico ministero che ha condotto le indagini ha chiesto che la perizia riguardi anche la pericolosità sociale di Clerico’ in modo che, nel caso in cui dovesse essere assolto per vizio totale di mente, possa almeno essere disposta una misura di sicurezza. La prossima udienza è stata fissata per il prossimo 26 luglio, giorno in cui verranno nominati i periti. I famigliari di Marilena Re si sono costituiti parte civile.