La fine di un incubo. Menoona Safdar, la ragazza pakistana portata e trattenuta nel paese d’origine contro la sua volontà, dalla famiglia, ritorna in Italia. L’annuncio in mattinata dallo stesso ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi. Un risultato positivo a cui si è arrivati proprio grazie a un fitto lavoro diplomatico. Tutta la vicenda è ricoperta da segreto, ha ribadito la Farnesina, che in una nota ha sottolineato l’efficacia dell’azione svolta dall’ambasciata italiana a Islamabad in stretto accordo con il ministero.
Una storia cominciata a Cesano Maderno, in provincia di Monza e Brianza, nella scuola che la ragazza frequentava e dove, la giovane, con una lettera, aveva chiesto aiuto. Raccontava di trovarsi in Pakistan contro la sua volontà. Costretta dai genitori che le avevano sequestrato i documenti e che per lei avrebbero voluto un matrimonio combinato. Le imposizioni della famiglia, secondo la ragazza, erano iniziate nel 2015 quando era stata costretta, al quarto anno di superiori, a ritirarsi dagli studi. Poi il viaggio in Pakistan con la scusa di andare a trovare i parenti, quindi, l’impossibilità a far rientro in Italia. Una versione che, il fratello, corregge: “non è vero che non volevamo che studiasse_ dice_ eravamo solo contrari all’uomo che aveva scelto lei, perché non è una bella persona”. Versioni da verificare, per adesso quel che è certo è il rientro in Italia, dove la aspetta la vita una vita all’occidentale. Quella che ha sempre sperato.