Lo sguardo basso e nessuna voglia di parlare. Sfilano davanti alle telecamere i genitori e la sorella di Emanuela Bailo, la 35enne di Nave, nel bresciano, uccisa nel luglio dello scorso anno. Per la prima volta, hanno incrociato lo sguardo dell’uomo accusato di quel delitto, Fabrizio Pasini, nell’udienza che oggi a Brescia ha deciso per il suo rinvio a giudizio.
Era la notte tra il 28 e il 29 luglio del 2018 quando, nella casa dei genitori di lui, collega e amante della vittima, Manuela fu uccisa. La donna fu ritrovata 23 giorni dopo in una vasca per liquami nel cremonese. Un delitto preparato, secondo l’accusa: lei doveva essere eliminata perché diventata scomoda per lui, sposato e padre di due figli adolescenti. Lui, invece, ha sempre sostenuto la tesi dell’incidente e che non voleva ucciderla. Fabrizio Pasini tornerà in aula il prossimo 22 novembre. La sentenza, per il 31 gennaio nel nuovo anno.