Un uomo che mi ha seguito fino a casa, ha ucciso mia figlia e poi ha cercato di uccidere anche me.
Tenta di attribuire tutto a una rapina finita nel sangue, Jachob Dahno, l’ivoriano di 37 anni, sospettato di aver ucciso la figlia di 2 anni con un coltello da cucina e poi di aver cercato di togliersi la vita, nel piccolo appartamento preso da poco in affitto a Cremona. Per questo saranno fondamentali i rilievi eseguiti sull’arma ritrovata in casa, avvolta in un lenzuolo. Dovranno confermare o meno eventuali impronte digitali diverse da quelle del genitore della piccola vittima.
Nell’attesa la versione dell’uomo appare però debole. Sullo sfondo un matrimonio finito male con la moglie che, assieme alla bambina, viveva in una casa protetta, da quell’uomo che lei aveva descritto come violento. Fra i due, litigi sempre più forti, perché, pare, avesse in Costa d’Avorio un’altra famiglia e anche dei figli. Tutto da chiarire. Quel che è certo è che l’uomo, dopo la separazione dalla moglie, si era trasferito in questo appartamento dove a tutti si era mostrato insospettabile.