Un uomo malato che fatica a camminare, a parlare. L’immagine di Renato Vallanzasca è oggi lontana da quella del “ bel Renè” di via Giambellino. Oggi, Vallanzasca, soffre di Alzheimer e per questo ha chiesto e ottenuto di essere trasferito presso una struttura alternativa al carcere. Un “differimento di pena”, dicono le carte, in detenzione domiciliare per incompatibilità col carcere, legato alle sue condizioni di salute. Considerato uno dei più efferati criminali italiani. Re della “mala della Comasina” Autore di numerose rapine a mano armata finite nel sangue, oltre a sequestri di persona. Al suo nome è legato il sangue versato nella Milano degli anni ’70 e ’80. Un curriculum criminale che gli è costato quattro ergastoli, 295 anni di reclusione. Dei suoi 74 anni, 52 li ha trascorsi in carcere.