In taxi, quasi con un sorriso accennato, Andrea Sempio, il nuovo indagato nell’inchiesta sulla morte di Chiara Poggi, uccisa nel 2007 nella sua villetta di Garlasco. Assediato dai giornalisti, si è infilato negli uffici della Squadra Scientifica dei Carabinieri per il test salivare, senza dire una parola. Una convocazione coatta per permettere agli investigatori di comparare il suo dna con quello ritrovato sul corpo della vittima. Chiuso nel silenzio, sparito dalla sua casa di Voghera, da quella dei genitori a Garlasco, si mostra per la prima volta e appare sereno. Ad accompagnarlo i suoi avvocati. Gli unici che ha intorno, assieme ai parenti e agli amici più stretti. Il suo nome non compariva nell’inchiesta di Garlasco da quel 2016 da quando cioè la difesa di Alberto Stasi, condannato 16 anni, aveva trovato nel computer della vittima il suo nome. Andrea Sempio, all’epoca 19enne, era ed è amico del fratello minore di Chiara. Una frequentazione di casa Poggi che ora ritorna nelle carte. Per l’avvocato che lo rappresenta, l’indagine che lo ha investito è una “macchinazione”. Di parere opposto la difesa di Alberto Stasi che parla di un’indagine condotta con correttezza e della quale “nessuno deve avere paura”.