Il cranio frantumato a calci perché secondo l’assassino, Luciano Muttoni avrebbe guardato troppo la fidanzata del giovane. Non si tratterebbe dunque di una semplice rapina dal misero bottino di 50 euro. Carmine De Simone, 24enne ed uno dei due presunti assassini insieme al 23enne Mario Vetere, lo ha raccontato al gip Alessia Solombrino, che ha convalidato il fermo per de Simone, ideatore dell’omicidio, e per il suo complice. De Simone conosceva Muttoni e la sua casa. Il 58enne affittava uno degli appartamenti come b&b ed il 24enne aveva già soggiornato lì in precedenza. Muttoni, che svolgeva anche attività di NCC, accoglie i ragazzi e li accompagna in auto verso l’appartamento. In quel momento, racconta De Simone, si accorge degli sguardi che Muttoni, avrebbe lanciato dallo specchietto retrovisore, verso le due ragazze, in particolare la sua fidanzata. Da lì l’idea di fare qualcosa per ripicca. Carmine scrive a Mario che ha bisogno di una mano per regolare i conti con Muttoni, dicendogli che l’uomo gli doveva dei soldi. Vetere accetta in cambio di una ricompensa, poi i due travisati con il passamontagna sorprendono l’uomo in casa. De Simone lo blocca con una presa di MMA, poi lo colpisce alla testa con una scacciacani e infine gli sfonda il cranio a calci e pugni. Poi i due scappano, abbandonano la pistola e il giubbotto intriso di sangue e si recano dalla ragazza di De Simone per trascorrere la serata come se nulla fosse successo. Il corpo di Muttoni verrà ritrovato solo la domenica dopo l’allarme lanciato ai carabinieri da un vicino. A tradire i due giovani, un controllo dei carabinieri del Radiomobile di Monza, che li fermano alla guida dell’auto della vittima, prima della scoperta dell’omicidio.

Polgati