Milano. «Ho 66 anni, ho trascorso i due terzi della mia vita al servizio dello Stato. Ho commesso errori. Chiedo scusa al mondo intero. A me stesso, a mia moglie, ai miei figli». Così Carmine Gallo nel primo interrogatorio, quello durato 7 ore l’11 dicembre 2024, nell’ambito dell’inchiesta degli spioni di Equalize.
L’ex superpoliziotto si è spento il 9 marzo 2025 a causa di un malore, ma nei verbali racconta molti segreti dell’agenzia di spionaggio gestita con Enrico Pazzali e l’hacker Samuele Calamucci. Molti i dossier chiesti da Pazzali su La Russa e suo figlio, Santanchè e le società riconducibili a Visibilia e su Renzi.
Gallo parla anche della presenza di alcuni membri dei Servizi Segreti con cui manteneva buoni rapporti. Due milioni di euro l’anno il fatturato con i clienti portati in agenzia proprio da lui, tra cui Giacomo Tortu, fratello dell’atleta Filippo. Tortu sospettava che Marcell Jacobs facesse uso di sostanze dopanti e avrebbe chiesto, tenendo all’oscuro il fratello velocista, di far pedinare Jacobs e poter controllare le conversazioni tra l’atleta e il suo staff per 10mila euro in contanti.
E’ in sede di interrogatorio che Gallo scopre che tra le ricerche di informazioni sul Sistema di Indagine, ne è emersa persino una su di lui.
Polgati