E’ ufficiale: dal 15 ottobre in Italia sarà necessario il green pass per lavorare. Il provvedimento interessa tutti, sia dipendenti pubblici che privati: il foglio verde servirà per entrare in ufficio, in fabbrica, negli studi professionali e in qualsiasi altro luogo di lavoro. Obiettivo del governo è di raggiungere entro quattro settimane un numero di persone immunizzate tale da consentire al Paese di entrare in una zona di sicurezza. Il via libera è arrivato dopo un confronto serrato tra il premier Draghi e i sindacati, che hanno chiesto e ottenuto che il lasciapassare non sia uno strumento per licenziare.
Ma il braccio di ferro c’è stato anche sui tamponi: con i sindacati che avrebbero voluto che fosse lo Stato a farsi carico dei costi. Proposta respinta, dato che la misura affievolirebbe l’incentivo alla vaccinazione. Unica concessione: che le farmacie si adeguino tutte alla calmierazione dei prezzi. Dunque, chi non avrà il green pass non sarà ammesso in azienda e verrà considerato assente ingiustificato: Dopo cinque giorni di assenza ingiustificata «il rapporto di lavoro è sospeso e non sono dovuti retribuzione e altri compensi o emolumenti». Si può essere riammessi in servizio una volta in possesso di valida certificazione verde. Il responsabile delle verifiche sarà un capo ufficio o un capo reparto che dovrà essere individuato dai vertici aziendali come già avviene nelle scuole. Inoltre, chi viola l’obbligo del certificato è punito con una multa che oscilla tra i 400 e i 1.000 euro e può essere aumentata in caso di contraffazione del documento. In questo caso può scattare anche la denuncia.