Dieci mesi di carcere per lesioni aggravate a uno degli agenti coinvolti nel pestaggio della transessuale 43enne colpita a calci e manganellate in zona Bocconi a Milano, nel maggio del 2023. Lo ha deciderlo il gup di Milano Patrizia Nobile. Rinviati invece a giudizio gli altri due vigili, che rispondono di lesioni e falso. A giudizio anche la stessa trans, accusata a sua volta di lesioni, resistenza a pubblico ufficiale, rifiuto di indicazione della propria identità e ricettazione; reato, quest’ultimo, legato al possesso di una tessera per il trasporto pubblico non intestata a lei. Decisioni che arrivano a oltre un anno da quel fermo che destò non poche polemiche, soprattutto perché ripreso nelle fasi più cruenti, da un cellulare, casualmente, presente.
Era il 24 maggio del 2023: si vedeva la trans a terra, immobilizzata con spray al peperoncino spruzzato in faccia, manganellata anche alla testa. Un’azione che aveva fatto il giro del web a causa proprio di questo video.
Ad infiammare le polemiche anche il racconto della 43enne che aveva presentato denuncia qualche giorno dopo e che aveva raccontato, oltre alle percosse, di essere stata chiusa nell’auto degli agenti per diversi minuti.
All’epoca il pubblico ministero, a sette vigili, aveva contestato a vario titolo anche l’abuso della pubblica funzione e il falso in atto pubblico. Successivamente archiviate, tra le contestazioni c’erano anche la violenza privata, le minacce e l’abuso di autorità. Due vigili che invece rispondevano di falso per la relazione del verbale sono stati prosciolti perché il fatto non sussiste.
Fatti conti, a processo andranno due “ghisa” e la stessa trans: prima udienza il prossimo 14 novembre