Ora, sulla testa di Luca Lucci ci sarebbe anche l’accusa di far parte di un’associazione che avrebbe importato e distribuito in Lombardia, più di 2 tonnellate di droga. L’ultras del Milan, a capo della curva sud rossonera, già arrestato nell’inchiesta milanese sulle tifoserie di San Siro, ha infatti ricevuto una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere. Per la Direzione Distrettuale Antimafia, il gruppo a cui apparterrebbe sarebbe vicino alle cosche della ‘ndrangheta; il clan dei Barbaro che tra la Lombardia e la Calabria, avrebbe fatto arrivare al nord fiumi di stupefacente. A far emergere questa nuova accusa, le indagini della Guardia di Finanza di Pavia: 20 le ordinanze di custodia cautelare eseguite, 15, tra cui Lucci, in carcere e 5 ai domiciliari. L’accusa è quella di appartenere a un’associazione dedita al traffico di stupefacenti, soprattutto cocaina, articolata in cellule. In pratica, per gli investigatori, l’organizzazione poteva contare su appoggi che avevano a loro volta legami con i Barbaro di Paltì, molto attivi nella zona di Cologno Monzese e gruppi criminali albanesi e sudamericani che controllavano le spedizioni di droga, in particolare cocaina. Quello di Lucci è un nome già noto alle cronache. Oltre al suo recente coinvolgimento nell’inchiesta milanese sulle curve di San Siro, il suo nome era già emerso in un’indagine per il tentato omicidio, nel 2019, di un ultras rossonero, Enzo Anghinelli. Ora, questa nuova accusa: è chiamato a rispondere di traffico di sostanze stupefacenti.