Aveva già fatto il check-in ed era pronta a imbarcarsi. Destinazione: Siria, passando per la Turchia. Dalla sua modesta abitazione a Carugate, dove risiedeva con la famiglia, una 19enne di origini keniane era convinta che il suo destino fosse al fianco dell’Isis, per combattere la Jihad. Questa l’accusa sollevata dagli investigatori di Milano nei confronti di una ragazza arrestata dalla Digos il 30 novembre scorso. A far scattare le manette l’attività on-line della giovane: “ lotta contro i nemici…non vuoi meritare il livello più alto in paradiso?”, scriveva sui suoi profili social, parlando della “guerra santa” dell’Isis. Instagram e Tik Tok erano tra i suoi strumenti preferiti per incoraggiare “la violenza contro il mondo occidentale”, si legge nelle carte dell’inchiesta. Un contesto familiare difficile, una vita trascorsa in una comunità del milanese e la residenza a Carugate. Interrogata, davanti al gip, ha raccontato che una volta in Turchia, ad attenderla ci sarebbe stato un ragazzo di 23 anni, conosciuto sui social, e che era pronta a sposare. Voleva fuggire dall’Italia, ha aggiunto, perché qui non le era possibile lavorare con il “ niqab”, il tradizionale velo islamico. Ora, per lei, l’accusa è di arruolamento con finalità di terrorismo internazionale.