Da una parte la Questura di Brescia, dall’altra i manifestanti di Extinction Rebellion, in mezzo un presidio di protesta: l’appuntamento è per le 15,30 sabato, proprio davanti alla Questura. Ad accendere i toni, la denuncia partita via social da un’attivista: secondo la ragazza, durante una manifestazione la polizia avrebbe adottato una procedura di fermo fuori dal protocollo. I fatti si riferiscono alla manifestazione di lunedì 14 febbraio da parte del movimento ambientalista che protestava contro la Leonardo di Brescia, nota fabbrica specializzata nella progettazione di armi navali e armamenti aeronautici. Dei 40 manifestanti, 25 sono stati accompagnati in Questura perché bloccavano gli ingressi dell’azienda. Da qui in poi il racconto dei fatti prende due direzioni: quella dei ragazzi, per i quali, sulle donne, sarebbero state adottate procedure anomale; quella della Questura che respinge ogni accusa e spiega che la pratica di spogliare e far piegare le ginocchia serve a escludere il possesso di oggetti pericolosi o sostanze stupefacenti, procedura, tra l’altro, eseguita sulle donne da personale femminile, spiega ancora la Questura. Parole che non sono servite a placare gli animi: gli attivisti hanno già annunciato il ricorso a vie legali.